Ci sono delle volte, molte, in cui la stampa italiana assomiglia a uno di quei grotteschi tabloid dell’occulto o a un’unica grande edizione speciale di Cronaca Vera. Per rimanere in tema sarebbe più giusto dire che ricorda una storia di Capitan Padania, il fumetto che sta a metà strada tra lo stile Bonelli, i supereroi della Marvel e i miti fondatori inventati dal Carroccio negli ultimi vent’anni. In questi momenti di fine estate è giustificato perfino lasciare a casa la dignità e fare un salto in edicola a comprare l’ultimo numero di Oggi per cercare di ricostruire i fatti attorno alla presunta Macumba che avrebbe investito Roberto Calderoli. Oltre ad un inevitabile effetto tragicomico, questo non-evento si porta dietro una notevole stratificazione di tratti culturali e di credenze religiose.

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In breve, il senatore della Lega Nord, attualmente impegnato nella riforma costituzionale, sospetta di essere stato colpito da una maledizione in seguito ad un rito compiuto nella regione congolese di Katanga davanti alle telecamere di una rivista scandalistica dal padre dell’ex ministro dell’integrazione Cécile Kyenge, precedentemente paragonata da Calderoli a un orango. Nonostante a detta di Clement Kyenge il rito avesse funzioni di riappacificazione, il suo obiettivo l’ha visto come la diretta causa di una serie di sfortune accumulatesi nell’ultimo periodo. Da ultimo un grosso, ma innocuo e protetto, serpente trovato nella propria abitazione il cui cadavere preso a bastonate è stato esibito prima in rete e poi sui giornali come prova di maleficio. Una frase pubblicata sul suo profilo social assieme alla foto la dice lunga su come funziona la logica stregonesca: “non sono mai stato superstizioso ma” [corsivo mio]. Il sistema logico della stregoneria parte da una relazione di causa-effetto fatta a posteriori. Il tutto è rimbalzato sui media a pochi giorni dall’inizio del processo per odio razziale che inizia oggi, 30 agosto, facendo passare per un momento il senatore dal ruolo di colpevole di diffamazione a quello di vittima del sovrannaturale. Chissà se la macumba verrà portata come attenuante in aula.

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Tornando per un momento indietro nel tempo non può non venire in mente la scoperta delle ancestrali origini celtiche operata dal movimento leghista durante gli anni in cui godeva di maggiore fortuna politica e sostegno popolare. In quel connubio di fantasia e storia, in cui molto spesso la prima ha superato la seconda, diversi riti furono celebrati a sostegno di una precisa identità etnica del Nord Italia. Oltre al rispolverato legame tra terra e sangue, oltre all’affinità con i nativi americani anch’essi vittime dell’immigrazione, anche cerimonie misticheggianti hanno accompagnato i raduni e scandito la vita dei leghisti più fedeli. Penso alla famosa ampolla dell’acqua del Po, tuttora prelevata alla sorgente e versata nella Laguna di Venezia durante la Festa dei Popoli Padani. In questo senso vengono in mente anche i matrimoni celtici, officiati da druidi, inaugurati proprio da quello di Roberto Calderoli nel 1998 i cui dettagli si trovano ancora in un articolo pubblicato sul Corriere. Non c’è bisogno di immaginarsi qualcosa di troppo ancestrale e nemmeno qualcuno di quei gruppi spirituali che si ritrovano a Stonehenge per il solstizio: la celebrazione è stata accompagnata da Umberto Bossi che intona al pianoforte l’immancabile ‘Va Pensiero’. Alla riabilitazione del paganesimo leghista non ha però corrisposto un anticlericalismo altrettanto forte, se non per l’espressioni della chiesa legate al potere e all’accoglienza dell’immigrazione. D’altronde anche in quel messaggio su facebook Calderoli si chiede se sia il caso di allertare il papa “sempre che non sia troppo occupato a sistemare gli immigrati a casa nostra”. In un sincretismo simile a quello degli indios messicani la lega celebra il Dio Po e le radici cristiane. Questo fenomeno è stato spiegato efficacemente da Marco Aime nel libro Verdi tribù del Nord pubblicato nel 2012 da Laterza. Ma il ritorno al tribalismo leghista non è forse stato il primo passo per aprire la porta alla strisciante logica della stregoneria?

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I buddisti forse spiegherebbero l’accaduto con una sola parola: karma. In realtà il termine Macumba è un modo generico e dispregiativo usato in Brasile per indicare pratiche magiche legate a vari culti provenienti dall’Africa, dando poi il nome a un insieme di attività esoteriche. La Repubblica Democratica del Congo invece ha fatto i conti negli ultimi decenni con crescenti ondate di accuse di stregoneria. Tradizionalmente le persone che sospettavano di essere vittime di un maleficio si rivolgevano a un curatore locale per individuarne l’autore, solitamente i “colpevoli” erano anziani ed emarginati, soprattutto donne. Non si tratta di un insieme di maledizioni che vengono materialmente fatte da qualcuno, ma di una colpa legata all’attività inconscia della persona, che agirebbe contro gli altri, perfino i suoi cari, a propria insaputa. Solo ultimamente ad essere sotto accusa sono soprattutto i bambini. Si può essere accusati di stregoneria e venire perseguiti penalmente anche se le vittime sono palesemente morte in un incidente stradale. Una delle cause dell’aumento di violenti riti anti-stregoneria è la diffusione capillare delle chiese pentecostali e di predicatori che compiono esorcismi sotto lauti compensi della popolazione in periodi di instabilità. I report dell’Unicef si riferiscono soprattutto alla zona di Kinshasa, molto distante dalla regione in cui si trova il villaggio del padre di Cécile Kyenge che si trova nell’estremo sud, ma tirare in ballo la Macumba ha un significato molto diverso in un contesto di questo tipo. Probabilmente quello che ha in mente Calderoli è più vicino all’immaginario dell’occulto esotico.

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Le repliche di Cécile Kyenge e di suo padre sono state entrambe allineate nello smentire che si trattasse di un rito malevolo, ribadendo la propria aderenza al cristianesimo e l’inesistenza di malefici del genere. Se c’è un aspetto ambiguo è l’acutezza di aver colto un punto debole nell’avversario e di ribaltare per un momento la situazione facendo leva sul sospetto sovrannaturale di Roberto Calderoli. Entrambi hanno invitato il senatore a visitare il villaggio in questione e a rendersi d’aiuto in qualche modo per sistemare la coscienza davanti agli antenati. Non resta che aspettare il seguito della saga celtico-congolese per capire cosa deciderà in merito il senatore. In un periodo di punta dei naufragi di profughi nel Mediterraneo, in cui c’è chi ha minacciato di sospendere l’operazione Mare Nostrum  lasciando migliaia di persone in balia delle traversate, verrebbe da domandarsi cosa succederebbe se le Macumbe funzionassero davvero.